Primo piano di Momò | Marina Corrente
Ciao! Mi chiamo Marina e sono una social media manager & community manager.
Abito a Salerno, ma grazie al web posso raggiungerti in ogni angolo di mondo... "Momò"!
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La vera storia di Momò

Sono felice che tu sia curiosə di saperne di più su Momò (che poi sono sempre io).

Qui ti racconto un aneddoto sulla nascita della mia identità digitale e che può aiutarti a capire se sei nel posto giusto o è meglio fuggire in men che non si click!
È importante perché se stai pensando: “quasi quasi la contatto” ti sarà chiaro quanto contano il lavoro di squadra e la fiducia reciproca per la nostra collaborazione.
Buona lettura (5 min più o meno).

Dedicato a chi non si sente Né carne, né pesce. Conosci la sensazione?
Per un lungo periodo della mia esistenza mi sono sentita così.
Poi è arrivata Momò.
La storia che stai per leggere è vera – non te la tiro per lunghe tranquillə – faccio solo una piccola premessa:

Quando è nata Momò ho fallito!

E mi sono pure incazzata parecchio. Quel giorno lì ho dato fondo a tutte le mie conoscenze linguistiche di improperi e volgarità.
Momò nasce quando, in un giorno di Novembre 2018, un manifesto pubblicitario desta molto clamore qui in provincia di Salerno. Realizzato da un ristorante del posto, ritrae alcune modelle curvy in lingerie e la scritta "Preferiamo la carne".
Da quel momento la cittadinanza si divide: alcuni lo considerano sessista e offensivo, altri invece lo trovano divertente e dissacrante.
Il primo a rispondere agli attacchi e alle lettere di protesta dei cittadini indignati è il Sindaco della città che, con ironia, pubblica sulla propria pagina Facebook un manifesto simile che però recita “Noi preferiamo molta carne” e ritrae degli uomini panciuti.
All’epoca collaboravo con un ristorante di specialità di mare della zona. Ero al bar quella mattina, senza pensarci due volte apro il portatile e realizzo al volo (momò) una grafica simile prendendo però come immagine di riferimento il David di Michelangelo e scrivendo (ovviamente) “Noi preferiamo il pesce”.
Entusiasta la sottopongo ai titolari! Ma, ingenua io, mi rispondono che è una cosa che non ritengono degna e che non ne vogliono sapere nulla.
Ci rimango male? Di più. Perché nei lunghi mesi di collaborazione mi ero fatta veramente in quattro e pensavo di aver creato un rapporto di fiducia e stima reciproca.

E allora? Elimino il logo del ristorante e faccio nascere Momò.

Pubblico il post sui miei profili e su una pagina che avevo creato per gioco e boom! Qualcuno ne scrive e una radio locale mi invita a parlarne (felicità a parte) il mio messaggio fu questo:
“Questa polemica mi ha fatta riflettere: ho voluto inserire l'immagine del David perché si tratta di un'opera d'arte universalmente riconosciuta, dunque ci scandalizziamo davanti all'arte? Quali sono i reali motivi dell'indignazione? Qual è la linea sottile che divide sessismo e ironia?"
Ne ha parlato anche Ninja Marketing, qui trovi l’articolo completo.

Momò è nata così, per ribellione. Perché si può essere carne, pesce, nessuno o entrambi.

Delle tante lezioni imparate, la più grande è stata prendere consapevolezza che non è peccato sentirsi “né carne né pesce” e che il coraggio e un briciolo di follia possono portarti lontano.
Momò è la parte più rock della mia anima, lunga vita a Momò! #senzasensenzama
Grazie per essere arrivatə fino in fondo, ora tocca a te: qual è la tua storia?

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