Ti girano le bolle? Stop! Smetti di postare momò.
Lo so, credimi se ti dico che conosco benissimo la sensazione di voler rispondere subito e per le rime a chi se lo merita. Non a caso sono una fumantina predestinata alla nascita: capricorno ascendete vergine. Mica spicci.
Quindi prendi ciò che segue come la svolta vera che ha trasformato la mia vita – privata e professionale – da "dramma continuo" a "anche meno". Non è il segreto dei segreti, ma quasi.

Ripeti con me: se mi girano le bolle NON DEVO FARE NIENTE.
Non devo rispondere ai commenti spammosi o quelli dei rosiconi, anche detti haters. Io li chiamo così e li immagino a rosicare unghie, tastiera, mouse e i loro costosi smartphone.
Non devo riempire di insulti chi mi lascia recensioni negative, ingiuste o false.
Non devo postare sfoghi personali o peggio professionali in post, storie, live.
Non devo scendere dalla macchina e riempire di insulti chi mi taglia la strada. Vabbè, un vaffanculo ogni tanto ci sta, basta che poi non vai a fare lezioni di guida sui social (che pure ce ne sarebbe bisogno, ma lasciamolo fare a chi di competenza).
Per esempio, a me fa andare ai matti chi occupa senza averne diritto i posti riservati ad altri: parcheggi disabili, donne incinte, famiglie numerose, strisce e passaggi pedonali, posti riservati a moto, bici altro.
Il mio primo istinto sarebbe lasciare il mio sdegno ben visibile su tutta la carrozzeria. Potrei anche averlo fatto, ma ero certamente incapace di intendereevolere e mi "appello al quinto!"
Ma trasferendo questo esempio nella comunicazione ho imparato che:
- non serve allo scopo
- peggiora la situazione
Come ho fatto?
Un po' dai miei errori, un po' di più dagli errori dei miei clienti ma anche studiando e approfondendo le crisi reputazionali celebri e non. Vedi, per esempio, il caso Layla Cosmestics.
La fretta è cattiva consigliera, soprattutto sui social media.
Parliamo di community management: ti serve la pazienza di Giobbe, il sangue freddo di un serial killer, la capacità di ascolto e di analisi di un profiler dell'FBI. Ce l'hai?
Esempi momò:
👉 Ristorante/pizzeria: recensione negativissima, approssimativa o, peggio, il classico "capello nel piatto" – giuro che mi è capitato – quanto è difficile tenere a bada l'ira funesta del ristoratore di turno?
TANTISSIMO. Talmente tanto difficile che per un certo periodo ho evitato il settore food. Ero stremata dai messaggi notturni e nei weekend che mi facevano strozzare con l'ultimo boccone del pranzo della domenica o col bicchiere della staffa.
👉 Gruppi Facebook e grandi community: se deve scattare il flame succederà di certo nei weekend, dopo le 22:00 o alle 7:00 di sabato mattina. La gente commenta quando vuole, c'è poco a fare.
Ecco perché quando ti occupi di social media non devi MAI dare per scontato (e incluso) anche il lavoro di gestione community. È una specializzazione a sé e un'attività da quotare a parte in base all'impegno, gli obiettivi e alla dimensione della community.
👉 Commenti pieni d'odio, troll, haters e altre meraviglie. Che sia il tuo progetto, un post personale o di di un cliente, una sponsorizzata, se comunichi devi mettere in conto critiche (costruttive e distruttive) e magari potresti aver contribuito alla cosa.

Ma che si fa? Qual è l'approccio giusto? Devo davvero mordermi la lingua e soffrire in silenzio?
A caldo, sì. Fai anche una serie di lunghi respiri: inspira in cinque secondi, trattieni il fiato per cinque secondi, espira per sei secondi e ripeti.
Perché risposte frettolose e istintive non risolveranno la questione.
Se lo fai per lavoro, lo sforzo sarà doppio: da un lato dovrai tenere a bada la tua voglia d'ingiuria e dall'altro dovrai rassicurare e informare il cliente che è tutto sotto controllo e stai già lavorando per gestire in modo professionale il problema.
Altri esempi, comunissimi:
👉 Moderare i commenti di una sponsorizzata social: la creatività chiede – chiaramente – "clicca qui", "scopri di più", "compila il modulo" ma i commenti sono tutti tipo: "prezzo", "info", "costo e data".
Lo so, l'unica cosa che vorresti scrivere è: "ma sai leggere? È tutto scritto lì!" oppure "compila quel cazzo di modulo!".
A tal proposito, hai presente Commenti Memorabili?
Ti invito a considerare un paio di aspetti:
- Tecnicamente potresti aver fatto qualche errore nella progettazione del tuo contenuto. Ricorda che non deve piacere a te o al cliente, deve arrivare al target e veicolare il messaggio. Conosci il target?
- Ricevere tanti commenti è meglio di riceverne zero. Conosco casi in cui lo si fa volutamente, altri in cui succede e mi sono trovata spesso a moderare richieste, diciamo, ovvie. Se sai come fare può rivelarsi addirittura vincente.
Poche semplici regole da tenere a mente e tanta organizzazione.
Partiamo dai classici "merdoni", che si fa?
- Si ammette l'errore o la svista.
- Si chiede scusa e ci si assume la responsabilità.
- Si apre il dialogo, magari in un canale privato (assistenza, customer care).
- Ci si "attiva" affinché non accada più e ci si impegna pubblicamente.
E poi?
Non esiste gestione community che si rispetti senza un documento F.A.Q. e delle linee guida chiare, puntuali e precise circa il ToV (tono di voce) da tenere, i contatti da comunicare, le info dettagliate che vanno poi riscritte in chiave social, cosa dire e cosa non dire, delle bozze sui temi più caldi per abbreviare i tempi di risposta e moderazione quando scatta il flame e partono le polemiche.

Per esempio, se il tuo servizio di consulenza online ha un prezzo medio alto e sai che ogni tot qualcuno lo contesta perché ci sono competitor che si fanno pagare uguale per "la stessa cosa" in presenza, potresti scrivere:
Gentile Pincopallo,
la consulenza online segue esattamente la stessa procedura della consulenza in presenza, tuttavia comprendiamo che lei possa sentirsi più a suo agio con la seconda modalità.
Si tratta di una call specialistica della durata di almeno XYmin
Avrà a sua disposizione tutti i professionisti del nostro team:
• Per la parte X l'avvocato Del Diavolo.
• Per la parte Y il dottore commercialista Teneconto Quattro e il ragionier Finini.
La consulenza comprende:
1. Questo
2. Questo
3. Quest'altro
4. Invio della procedura, video della sessione, riepilogo e tanti cari saluti.
Ciascun professionista dà un valore al proprio tempo, determinandolo sulla base di esperienza, competenza e professionalità.
Per ulteriori chiarimenti può scrivere all’indirizzo e-mail [email protected]
Saremo felici di risponderle!
Team "Ma mi faccia il piacere"
Ricorda che esistono professionalità specializzate nella gestione delle crisi. Nel dubbio, chiedi momò!
E poi?
Per tenere traccia di quello che "si dice" su di te e sul tuo brand attiva gli alert. Ti suggerisco di provare momò Google alert e Talkwalkers (ma non diventarne schiavo/a) – è solo lavoro – mentre per i gruppi Facebook puoi attivare una lista di "parole" per le quali riceverai una notifica ogni volta che vengono digitate. Così sarai sempre sul pezzo.
Ultimo punto, ma primo per importanza: occhio a cancellare i commenti negativi. Anche i miei bassotti sanno quanto sia semplice fare uno screenshot o creare infiniti altri profili. Meglio una risposta ben scritta.
Un ulteriore strumento di tutela super-efficace è dotarsi di un bel disclaimer in cui spiegare bene quali comportamenti non desideri avere sui tuoi canali, quali parole non sono consentite e così via.
Chi ti ama ti segua!
Purtroppo mi duole informarti che ti seguirà anche chi non ti ama, i social media sono fatti così. L'importante è avere consapevolezza e capire cosa, come e perché comunicare.
E quando non lo sai o ti sorge il dubbio,
👨💻 scrivimi ti risponderò momò!
Buon social media marketing,
Marina Momò 💜
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